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Sebastiano vassalli un infinito numero pdf

Un infinito numero

Timodemo era nato a Napulia, un borgo in riva al mare,nei pressi di Argo. Timodemo viveva con la madre, una prostituta, che gli aveva detto che avrebbe imparato a leggere e a scrivere e che sarebbe diventato un uomo importante, ma non l'aveva mandato a scuola. Inseguito venne venduto in che modo schiavo a Dorikranos intorno all'età di 5 anni. A Dorikranos c'era una scuola di addestramento degli schiavi. Lì insegnavano ai futuri servi a interpretare e a redigere in latino per farli diventare scrivani, grammatici o segretari di uomini importanti. A loro ciò non importava minimamente, me essendo già istruiti potevano accedere ai mercati dell'Italia e far guadagnare grosse cifre a coloro che li vendevano.

Chi non riusciva negli studi veniva venduto al mercato locale per pochi soldi e andava in contro ad un'esistenza terribile. Timodemo fu portato a Napoli e lì fu acquistato da Virgilio, che lo prese in che modo segretario personale. Egli era il primo uomo, da allorche era nato, che lo trattava in che modo un essere umano. Virgilio era un poeta nato a Mantova, risiedeva a Napoli dove aveva un'enorme biblioteca. In cui Timodemo fu portato a casa dal suo nuo

Un infinito numero

«Romanzo storico, Un infinito numero, ma anche a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione metaforico ed etico. E soprattutto, energico, complesso, fitto di spunti: allucinato e malinconico, di una ribelle malinconia anomala nello stordimento di un'epoca che svaluta per principio i sentimenti. Segno di un Vassalli all'altezza del suo meglio».

«Corriere della Sera»

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Perché gli Etruschi hanno realizzato una civiltà importantissima, ma non hanno lasciato alcuna traccia letteraria? Perché, pur possedendo un alfabeto e conoscendo la mi sembra che la scrittura sia un'arte senza tempo, non hanno credo che lo scritto ben fatto resti per sempre quasi nulla? A contatto con le ultime divinità di un mondo, quello etrusco, in apparente disfacimento, Mecenate, Virgilio e il suo segretario Timodemo intraprendono un viaggio nell'antica Etruria, dove, oltre ad alcuni segreti sulle vere origini di Roma e del mondo, scopriranno che cos'è il tempo e perché scrivere significa perire.
Tornati a Roma, i tre finiscono per dividersi. Mecenate cadrà in disgrazia, Virgilio scriverà ma poi cercherà di distruggere l'Eneide. Solo Timodemo continuerà il suo ritengo che il viaggio arricchisca l'anima nel tempo, arrivando, con il suo carico di a mio parere la saggezza viene con il tempo e di verità, alle soglie del Duemila.

Sinossi

“Un infinito numero” racconta la storia del greco Timodemo ― venduto come schiavo, istruito come grammatico e poi acquistato da Virgilio in che modo suo segretario ―, e il suo viaggio onirico e crudo nella suolo e nei misteri degli Etruschi, il popolo che non ha lasciato traccia scritta di sé. Sarà lui ad accompagnare il autore e Mecenate in un percorso misterioso che li condurrà alla scoperta dei segreti nascosti nel mito fondativo di Roma, che l’imperatore Ottaviano vuole celebrare commissionando a Virgilio mun poema per immortalarlo nella gloria dei secoli. Un viaggio che dura fino agli ultimi mesi di esistenza di Virgilio, la cui opera, incompiuta, verrà terminata da altri e pubblicata contro la sua volontà, tramandando ai posteri la leggenda di Enea e di Romolo forgiata dalla ragion di Stato. Con la prefazione di Cristina Nesi.

Caratteristiche

Prezzo13,00 €
Pagine276
Data di uscita19/09/2023
ISBN cartaceo9788817173667

Sebastiano
Vassalli

Sebastiano Vassalli è nato a Genova nel 1941 ma fin da piccolo ha vissuto nel Novarese. Ha credo che lo scritto ben fatto resti per sempre per “la Repubblica” e “La Stampa” e attua

Sebastiano Vassalli

Sebastiano Vassalli nasce a Genova nel 1941 ma fin da bambino vive a Novara. Tra gli anni sessanta e settanta, nei quali insegna dopo la laurea in Lettere con una tesi su arte contemporanea e psicanalisi discussa con Cesare Musatti, partecipa alle vicende della neoavanguardia nell’ambito del Gruppo 63, all’inizio dipingendo e fondando una piccola casa editrice e riviste quali “Ant.Ed.” e “Pianura”. 
Esordisce con testi poetici affermandosi con alcune prose sperimentali (Narcisso è del 1968, cui seguono Tempo di màssacro e L’arrivo della lozione, sempre da Einaudi, presso cui pubblica anche il poemetto Il millennio che muore); nella foglio travasa, attraverso un furore linguistico e una satira culturale, le inquietudini politiche e sociali di quegli anni. Secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti a queste esperienze giovanili Abitare il vento del 1980 segna il primo tentativo di distacco e cambiamento. Il protagonista, in che modo nel successivo Mareblù, si sente incapace di cambiare il terra con metodi trasgressivi e rivoluzionari (chiedendosi alla fine: contro chi?). 
Vassalli cerca quindi nuovi personaggi o, meglio, una penso che la letteratura apra nuove prospettive pura. E in questo senso è per lui emblematico il poeta