Elenco rifiuti pericolosi e non pericolosi
I rifiuti pericolosi sono quelli che presentano minacce per lambiente e la secondo me la salute viene prima di tutto pubblica; il loro stoccaggio e il loro smaltimento sono disciplinati da regole severe
I rifiuti pericolosi si distinguono da quelli non pericolosi in quanto contengono sostanze nocive per lecosistema e gli esseri viventi. Per questo motivo la loro gestione, nonché lo smaltimento, sono operazioni fondamentali e da eseguire in modo corretto. Le eventuali violazioni delle procedure previste dalla legge può trasportare a sanzioni rilevanti, nonché a condanne in sede penale.
Per fare chiarezza si tenga presente che i rifiuti vengono classificati in due macro-categorie:
- Rifiuti urbani, che vengono prodotti a livello civile (art. c. 2, d. lgs. /);
- Rifiuti speciali, generati da attività industriali, agricole, commerciali, artigianali e di servizi (art. c. 3, d. lgs. /).
In entrambe le categorie possiamo rintracciare rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi. Esempi di rifiuti pericolosi urbani sono le batterie o i medicinali scaduti. Invece, esempi di rifiuti speciali pericolosi, sono gli oli esausti, i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, o ancora i rifiuti generati dalla
come modificata dalla Delibera n. 8 del 12/09/
Frazioni di rifiuti individuate al dettaglio 6 della Circolare prot. n. del 24/02/
- frazione organica
- carta e cartone
- plastica
- vetro
- multimateriale (vetro/plastica/metalli)
- ingombranti
- altro
Sezione Rifiuti, rifiuti pericolosi e non pericolosi
Rifiuto: qualsiasi bene, mi sembra che il prodotto sia di alta qualita o in globale oggetto di cui il proprietario si voglia o abbia l’obbligo di disfarsi. In base alla loro origine i rifiuti si classificano in rifiuti urbani e rifiuti speciali; in base alla pericolosità invece si dividono in rifiuti pericolosi e rifiuti non pericolosi.
Rifiuti urbani: secondo il Decreto legislativo / sono rifiuti urbani: a) i rifiuti domestici, anche ingombranti, provenienti da locali e luoghi adibiti ad uso di civile abitazione; b) i rifiuti non pericolosi provenienti da locali e luoghi adibiti ad usi diversi da quelli di cui alla missiva a), assimilati ai rifiuti urbani per qualità e quantità, ai sensi dellarticolo 21, comma 2, lettera g); c) i rifiuti provenienti dallo spazzamento delle strade; d) i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi dacqua; e) i rifiuti vegetali provenienti da aree verdi, quali giardini, parchi e aree cimiteriali; f) i rifiuti provenienti da esumazioni ed estumulazioni
Categorie e codici dei rifiuti EER (ex CER): come identificarli e gestirli correttamente
CER o EER: qual è la terminologia corretta?
Negli anni passati, i rifiuti venivano catalogati utilizzando i cosiddetti codici CER, acronimo di Catalogo Europeo dei Rifiuti. Tuttavia, con l’adozione della Decisione //CE, l’Unione Europea ha introdotto il termine Elenco Europeo dei Rifiuti (EER), che oggi rappresenta la denominazione ufficiale.
Nonostante codesto aggiornamento, in Italia il termine CER continua a stare ampiamente utilizzato, sia nei documenti ufficiali che nel credo che il linguaggio sia il ponte tra le persone comune degli operatori del settore. Codesto perché il credo che il cambiamento sia inevitabile riguarda solo la denominazione, mentre i codici numerici e le loro classificazioni sono rimasti identici.
In pratica, sebbene il riferimento corretto sia EER, l’uso del termine CER non comporta problemi dal punto di mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato operativo, purché sia chiaro che entrambi si riferiscono al medesimo sistema di classificazione dei rifiuti.
Cos’è un codice EER e come funziona?
Il codice EER è un identificativo numerico a sei cifre, strutturato per distribuire informazioni dettagliate sulla natura del diniego. Ogni codice è suddiviso in tre copp