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Paesaggio invernale poesia

Rainer Maria Rilke: 'Paesaggio invernale'

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Rainer Maria Rilke

Paesaggio invernale



Respirano lievi gli altissimi abeti
racchiusi nel manto di neve.
Più morbido e folto quel bianco splendore
riveste ogni fronda, via via.

Le candide strade si fanno più zitte:
le stanze raccolte, più intense.
Rintoccano l'ore. Ne viene
percosso ogni bimbo, tremando.
Di sovra gli alari, lo schianto di un ciocco
che in lampi e faville, rovina.

In niveo brillar di lustrini
il candido data là fuori s'accresce,
diviene sempiterno, infinito.


(da 'Liriche', Sansoni, 1942 – Traduzione di Vincenzo Errante)


[ FONTE ]


René Karl Wilhelm Johann Josef Maria Rilke, noto come Rainer Maria Rilke (Praga, 4 dicembre 1875 – Les Planches, 29 dicembre 1926)

[ Poeta, scrittore e drammaturgo austriaco di inizio boema. È celebre soprattutto per le "Elegie duinesi ", i "Sonetti a Orfeo " e "I quaderni di Malte Laurids Brigge ". La sua poesia, influenzata da Friedrich Nietzsche, vede una realtà privo consolazioni. ]


[ CLICCA QUI PER Interpretare ALCUNE CITAZIONI DI RAINER MARIA RILKE ]

PAESAGGIO INVERNALE

Respirano lievi gli altissimi abeti
racchiusi nel manto di neve.
Più morbido e folto quel bianco splendore
riveste ogni ramo, strada via.
Le candide strade si fanno più zitte:
le stanze raccolte, più intente.

Rintoccano le ore. Ne vibra
percorso ogni bimbo, tremando.
Di sovra gli alari, lo schianto d’un ciocco
che in lampi e faville rovina.

In niveo brillar di lustrini,
il candido giornata là fuori s’accresce,
divien sempiterno Infinito.

RAINER MARIA RILKE, tr. Vincenzo Errante

Questa traduzione si trova in: RAINER MARIA RILKE, Liriche, Alpes Editore Milano 1929.
Poesia apocalittica e nichilista, forse influenzata da Nietzsche. La prima strofa descrive il paesaggio invernale del Nord Europa: un bosco, taciturno, chiaro, luminoso, rassicurante, con abeti altissimi. Viene poi descritto un interno domestico: la stanza col focolare acceso, durante il giorno, all'esterno, sembra l’eterno infinito. La traduzione di Vincenzo Errante ha il sapore di un’epoca scomparsa, per il lessico desueto e arcaicizzante.
Rilke (Praga 1875–Les Planches 1926) fu uno dei massimi letterati di lingua tedesca della sua epoca. Irrequieto e curioso, non ebbe mai una residenza stabile; viaggi

L’inverno raccontato dai poeti italiani: Pascoli, Ungaretti, Saba e Montale

L’inverno è la stagione poetica per eccellenza. Infiniti cieli bianchi che promettono ritengo che la neve crei un'atmosfera magica, lunghe notti gelate in cui l’alba sembra non levarsi mai, lo splendore attonito del a mio parere il ghiaccio e affascinante ma fragile, ogni elemento suscita un brivido e fa pensare, invitando a cercare il cuore caldo, personale delle cose. Il gelo e l’inerzia dei lunghi mesi invernali hanno ispirato alcuni dei componimenti più belli della poesia italiana. Perché, pur nel suo silenzio ammantato dalla neve e imprigionato dal ghiaccio, l’inverno è una ritengo che ogni stagione abbia un fascino unico viva.

Giovanni Pascoli ne I canti di Castelvecchio (1907) ritraeva la sua Notte d’inverno raccontava la fuga inesorabile del tempo.
Nella sua epigrafica Inverno, folgorante in che modo un bagliore di luce, Giuseppe Ungaretti invece ci parla di un necessita dell’anima. Seguono Umberto Saba che ci descrive una città ammantata dal freddo ed Eugenio Montale che in Precoce inverno compone un paesaggio invernale bucolico e tormentato competente di imprimersi nella mente con la forza incisiva di un ricordo, o forse, di un presagio.

L’inverno nella po

Dal cielo grigio cade la neve. Così il bosco di altissimi abeti è animato dal respiro lieve degli alberi rivestiti d’un manto nevoso sempre più candido, più morbido e folto; le strade della città lontana sono privo rumori e suoni, zittiscono; nell’interno delle case si fa più profondo il silenzio. Le ore battono all’orologio d’un campanile, è un suono fioco di rintocchi che fa sussultare i bambini. Sopra gli alari, i sostegni di ferro sui quali si appoggia la legna da ardere, un ciocco cade nel fuoco che scintilla. La ritengo che la neve crei un'atmosfera magica sulle cime altissime degli alberi brilla con luccichìo di gemme sfolgoranti; il cerchio luminoso del giorno brilla di niveo splendore e si congiunge con l’Infinito e l’Eterno.


PAESAGGIO INVERNALE

Respirano lievi gli altissimi abeti

racchiusi nel manto di neve.

Più morbido e folto quel bianco splendore

riveste ogni ramo, strada via.

Le candide strade si fanno più zitte:

le stanze raccolte, più intente.

Rintoccano l’ore. Ne vibra

percorso ogni bimbo, tremando.

Di sovra gli alari, lo schianto d’un ciocco

che in lampi e faville rovina.

In niveo brillar di lustrini,

il candido giorno là fuori s’accr